Ci troviamo a circa cinque chilometri da Arezzo, sulle colline limitrofe il capoluogo lungo la strada che conduce in direzione San Sepolcro. Sin dall’epoca etrusca Arezzo è stata costruita impiegando una pietra locale singolare per alcune sue peculiarità fisiche, cromatiche, estetiche e di impiego.
Questa pietra qui estratta, l’arenaria, è particolarmente lavorabile e ricca di ossidi che le conferiscono venature color ruggine che col tempo vira al grigio.
L’edificio, che nasce come residenza bifamiliare su richiesta della committenza, è stato pensato come un’ abitazione permanente per una famiglia e come casa vacanza temporanea per l’altra. Per questa ragione si può notare come planimetricamente il fabbricato si sviluppa in due “rami” che si immergono nel verde circostante e cercano entrambi una vista inedita e panoramica sulla vallata aretina sottostante.
Le due diverse unità sono raccordate da una lunga soletta di copertura ad “Y” in calcestruzzo faccia-vista che definisce un ingresso comune e un cortile interno aperto sulla valle sottostante.
I materiali di progetto (pietra arenaria, cemento, legno di quercia), e quindi i cromatismi che la casa assume, sono quelli del luogo affinchè, nonostante il linguaggio contemporaneo che rivisita il tema dell’abitazione e dell’abitare, il fabbricato si radichi sul contesto in continuità materica con esso.
Grazie alle sue proprietà, l’arenaria è stata impiegata in due diversi modi: “blocchi scolpiti” per componenti d’arredo ed elementi su misura e lastre tagliate a comporre il sistema frangisole verticale che caratterizza i prospetti e scherma dall’irraggiamento le grandi superfici vetrate.
Tutta la composizione si basa su due tipologie di spazi: quello aperto e diffuso della distribuzione e degli ambienti passanti e quello chiuso e perimetrato delle camere e servizi. In questo modo l’abitazione sembra svilupparsi nello spazio della resede in maniera libera e quanto più continua con gli spazi esterni, fatta eccezione per le “scatole” lapidee che contengono gli ambienti che richiedono intimità e privacy.
Come accade alla sua pertinenza, che digrada lentamente verso valle ad aprire uno sorcio unico, anche l’abitazione digrada impostandosi su più livelli che, attraverso lievi salti di quota, assecondano l’andamento del terreno circostante; questo espediente genera un’armonia compositiva fra il naturale e l’antropico ed esalta l’unico elemento architettonicamente “ribelle”, la grande copertura, che con minime pendenze e svasature si libra sopra le scatole lapidee e la tessitura verticale dei frangisole a cercare una sua direttrice verso il cielo.



info

tipologia

residenziale – edificio isolato extraurbano

localizzazione

Stoppedarca, (AR)

dati dimensionali

250 mq superficie utile interna
950 mc volume interno  

cronologia

progetto: settembre 2017 – febbraio 2018  

scheda partecipanti

committente

Francesca Faltoni

progetto architettonico

Massimo Zanelli

collaboratori

Andrea Fiorini, Riccardo Guerri