L’obiettivo del progetto di adeguamento liturgico proposto è quello di andare a creare un equilibrio tra gli elementi in gioco, creando uno spazio architettonico che risolva le esigenze liturgiche chiarite dal Concilio Vaticano II e che arricchisca l’insieme focalizzando l’attenzione sulla celebrazione eucaristica e sulla liturgia in generale.

Ispirazione del concept di progetto è stato un particolare passo del Vangelo di Giovanni (Giovanni 15:1-8), la parabola della vite.

Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via, e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. Voi siete già puri a motivo della parola che vi ho annunciata. Dimorate in me e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me.  Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.

Nella parabola in questione si sottolinea l’importanza di rimanere uniti a Gesù per riceverne frutto spirituale. Gesù si descrive come la vera vite mentre i tralci rappresentano i suoi discepoli. Il significato della parabola è chiaro: finchè i credenti rimarranno legati a Gesù e alla sua parola produrranno frutti, se da Lui si allontaneranno diventeranno secchi, aridi e perderanno la loro linfa vitale.

Da qui l’idea di tre viti intrecciate che rappresentano le diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza unite in un’unica diocesi dal 1986.
I tre elementi vegetativi diventano protagonisti del concept di progetto che, pur caratterizzati da apparato radicale separato, si uniscono nello sviluppo dei tralci andando a creare un reticolo stabile e coeso. Queste tre viti sono il simbolo delle tre diocesi che si arricchiscono in questa recente unione.

All’elemento della vite si aggiunge quello del marmo bianco, emblema di purezza e solidità, che in questo caso simboleggia l’architettura religiosa e diventa luogo di crescita spirituale.

Nel concept artistico la vite cresce e si sviluppa all’interno del blocco in marmo che la avvolge, proteggendola e sostenendola nella sua crescita. Come la vite dentro al marmo, così la fede dentro la Chiesa. All’interno della Chiesa la fede trova la sua massima espressione; qui i fedeli incontrano Cristo attraverso l’Eucarestia, ascoltano la sua parola, ricevono il suo perdono.

Sono varcando le porte della Chiesa ed entrando all’interno della vita religiosa attiva è possibile percepire la grandezza della fede. Così solo intagliando il blocco di marmo si può raggiungere il suo cuore e percepire la vera vite che dentro di lui cresce e ramifica.

Ecco che da questo processo creativo nascono i nuovi poli liturgici, puri nelle forme ma carichi di significato. Essi si stagliano sulla nuova piattaforma presbiterale in travertino che si offre ed abbraccia l’assemblea dei fedeli.

In questo spazio rigenerato, materia e spirito si fondono in un linguaggio liturgico nuovo, un luogo dove ogni tralcio può finalmente ritrovare la linfa della fede e portare frutto in abbondanza.